Modigliani – Palazzo Ducale
Modigliani – Palazzo Ducale Genova
dal 16 marzo al 16 luglio 2017
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È indubbio che la fortuna di Modigliani iniziò il giorno dopo la sua morte. E che in vita, non ebbe mai quel consenso e riconoscimento del suo stile che aveva sempre cercato. Se gli scatti di collera, le liti, le ubriacature e le altrettante gentilezze, la sua aura di ebreo italiano colto, dai bei modi e dal grande charme, erano diventati il suo marchio tra artisti, collezionisti e amici parigini, erano anche il segnale di una ricerca e di un’intensità protratta allo stremo.
Avrebbe potuto forse condurre un’esistenza appena più decente se avesse seguito la moda e i consigli del suo agente Zborowski, poeta e mercante di origini polacche, che lo spingeva a ritrarre paesaggi. Ma la sua indagine si è sempre concentra di più sulla figura umana, nel tentativo di cogliere il carattere profondo dei suoi soggetti.
La mostra, allestita nell’appartamento del Doge di Palazzo Ducale, si propone di illustrare il percorso creativo di Amedeo Modigliani affrontando le principali componenti della sua carriera breve e feconda. Attraverso una trentina di dipinti provenienti da importanti musei come il Musée de l’Orangerie e il Musée National Picasso di Parigi, il Koninklijk Museum voor Schone Kunsten di Anversa, il Fitzwilliam Museum di Cambridge, la Pinacoteca di Brera e da prestigiose collezioni europee e americane, oltre ad altrettanti disegni, si intende mettere in risalto il grande valore della sua ricerca in quel clima assolutamente unico creatosi nella Parigi d’inizio Novecento.
Modigliani testimonia infatti l’effervescenza dell’ambiente artistico e culturale di quegli anni, dove convivono e si incontrano grandi mecenati e mercanti come Paul Alexandre, Paul Guillaume e Léopold Zborowsky, accanto a scrittori come Max Jacob, Jean Cocteau, Guillaume Apollinaire, e ad artisti come Diego Rivera, Henri Laurens, Léopold Survage, Juan Gris, Pablo Picasso, protagonisti di un’irripetibile stagione di rinnovamento della pittura.
La sua pittura è di una qualità estrema, introversa, introspettiva, concentrata soprattutto sul ritratto.
Per lavorare ho bisogno di un essere vivo, di vedermelo davanti. L’astrazione mi affatica, mi uccide ed è come un vicolo cieco
I suoi modelli preferiti non a caso sono i colleghi pittori, i letterati e gli intellettuali, gli amici più intimi, le persone che condividono il suo mondo. Egli introduce per primo uno stretto rapporto psicologico con il soggetto che ritrae, per poi avviarsi progressivamente verso una purezza e una eleganza assolute: i volti tendono a una essenzialità formale fino ad allora mai vista.
Oltre ai ritratti la mostra rivolge un’attenzione particolare anche ai celebri Nudi e ai disegni: il Nudo accovacciato di Anversa e il Nudo disteso (ritratto di Celine Howard) sono tra i capolavori che è possibile ammirare, oltre a una ricca esposizione di studi, disegni, acquarelli, tempere. Su tutti spiccano Le Cariatidi, figure di donne accovacciate con le bracce levate, dalle forme opulente e tondeggianti, ricche di rimandi all’arte primitiva, greca, etrusca, frutto di una profonda ricerca sulla bellezza ideale, in cui il sensuale si mischia allo ieratico, l’audace alla grazia, la dolcezza al mistero.